Illuminazione con impianti alogeni – Cosa sono?

La luce rappresenta per tutti noi una sorta di meta, di conquista, di immagine metaforica che rappresenta in qualche modo la vita: non è un caso che quando si nasce si dice che si viene alla luce. In un senso molto più pragmatico e concreto, avere la corretta luce e dunque una adeguata illuminazione in un impianto che sia domestico o non, rappresenta la scelta prioritaria a livello di utenze e di servizi minimi garantiti ai cittadini. Per poter dirci di disporre di un impianto di illuminazione adeguato dovremmo conoscere le dinamiche di una realtà settoriale che è in continua espansione e che in un certo senso possiamo dire come e quanto questo possa cambiare tramite la modernità attuale: per esempio è sempre più in voga l’uso degli impianti alogeni. Ma che cosa sono? Andiamo a vederci chiaro.

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Ci sono tre tipi di alogeni nell’illuminazione domestica: alogeni ad azoto (NHL), alogeni ad ossigeno (OHL) e fluorescenti (FLH). Sono tutti molto comuni nell’illuminazione residenziale e la maggior parte delle persone li conosce. I gas inalabili, spesso chiamati vapore acqueo, costituiscono la maggior parte degli alogeni nell’illuminazione domestica, con una piccola percentuale costituita da gas inerti. Quando questi gas interagiscono con una fonte di elettricità, di solito da una fonte di alimentazione come una luce fluorescente, emettono una luce verde o rossa, a seconda del tipo di gas e della frequenza dell’interazione. Le lampadine alogene, per definizione, utilizzano gli alogeni come fonte di alimentazione per la luce. I riscaldatori alogeni utilizzano gli alogeni per creare un livello estremamente elevato di calore, e sono spesso utilizzati in applicazioni molto specifiche come gli scaldabagni, per esempio.

Le molecole halomolecolari che compongono i vari alogeni reagiscono chimicamente quando entrano in contatto con una superficie adeguata, che li fa emettere luce o calore. Le lampadine alogene sono quelle che producono luce e la luce è comunemente prodotta da un filamento di tungsteno. Le molecole halomolecolari reagiscono con questo filamento di tungsteno, generando rispettivamente calore e luce. Va notato che l’energia negli alogeni che emettono luce e calore è in realtà diversa l’una dall’altra, e non ci sono due alogeni che emettono luce e calore allo stesso tempo.

La reazione halomolecolare che produce luce e calore negli alogeni può avvenire all’interno di uno qualsiasi dei vari composti alogeni, tra cui perossido di idrogeno, bromo e iodio. Gli alogeni possono anche reagire chimicamente con alcuni metalli come rame, argento e zinco. Questi sono spesso chiamati “radicali liberi” e svolgono un ruolo importante in molti processi corporei. Di conseguenza, gli alogeni possono essere dannosi se interagiscono con l’ossigeno, con conseguente danno al DNA e alle membrane cellulari, che è noto come stress ossidativo. Le specie reattive prodotte dagli alogeni sono in grado di alterare la forma e la funzione di alcune molecole biologiche e processi cellulari. Possono anche reagire con gli enzimi per causare danni a questi organismi, e sono quindi in grado di causare il cancro. Gli alogeni inalabili sono anche noti come sostanze chimiche che producono ozono, in quanto rilasciano nell’atmosfera radicali liberi che hanno il potenziale di danneggiare il DNA, le membrane cellulari e le proteine.